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Le Terre dei Borghi Verdi

A piedi, in bicicletta o a cavallo Le Terre dei Borghi Verdi sono un paradiso dipinto da vigne, ulivi e boschi che fanno da cornice al territorio autentico
dell’Umbria meridionale - a un’ora da Roma.
Acquasparta, Alviano, Amelia, Attigliano, Arrone, Avigliano Umbro, Calvi dell'Umbria,
Ferentillo, Giove, Guardea, Lugnano in Teverina, Montecastrilli, Montecchio, Montefranco,
Narni, Penna in Teverina, Polino, Otricoli, San Gemini, Stroncone e Terni.
Ventuno comuni, ventuno tessere di un variopinto e splendido mosaico che si fa territorio
vocato a un turismo lento e a esperienze che battono al ritmo naturale del verde dell’Umbria.
Nell’immagine la Cascata delle Marmore, Terni.
Scopri di più:
www.leterredeiborghiverdi.it

Montecastrilli

Situato sul monte mediano della terna che ha ispirato il suo stesso stemma araldico, per chi giunge dalla Via Amerina e da quelle provenienti dal versante occidentale, Montecastrilli appare, dall’alto dei suoi 392 metri sul livello del mare, come un’autentica roccaforte.

Posto al centro di un’area ecologicamente intatta e paesaggisticamente suggestiva e caratterizzata da un paesaggio agrario cosparso di case coloniche e grandi appezzamenti di terreno coltivati, il luogo è noto per la salubrità del clima. Granaio della provincia, Montecastrilli vanta una produzione di olio e di vini di ottima qualità ed una tradizione gastronomica di prim’ordine.

Da visitare: La Chiesa parrocchiale di San Nicolò, La Chiesa di Santa Chiara e di San Lorenzo in Nifili.

Castel dell'Aquila

La Torre a base quadrata e i due torrioni rotondi che delimitano l’accesso al bastione, non sono le uniche vestigia, per altro ben conservate, del castello fatto costruire dai todini nel 1294, sul sito chiamato Colle Nobile, purché tenesse a bada la irrequieta ed non sempre fedele Amelia.

Dell’importanza militare di Castel dell’Aquila è conferma ulteriore “Forte Cesare”, fortezza posta su un colle antistante, la cui costruzione (XII secolo) è attribuita a Cesare Borgia. Pittoresco e suggestivo da visitare è il “Museo della Civiltà contadina”, 3550 pezzi che ricostruiscono le abitudini della vita e delle attività lavorative agrarie del passato.

Quadrelli

Il suo nome deriva probabilmente da “quater torelli”, in riferimento alle quattro piccole torri che caratterizzano l’antico castello.

Da visitare la “Porta Urbica”, affiancata da una torre pentagonale irregolare, risalente al XII secolo, la chiesa di “S.Maria Assunta”, costruita introno al XII secolo in stile romanico. Di buona fattura anche la Chiesa della “Confraternita del Santo Rosario” il cui tetto a capriate è costruito con pianelle in terracotta, decorate con lo stemma del Cardinale Nicola Canali.

Casteltodino

Importante castello medievale, saldamente chiuso nelle sue mura di cinta dove sono evidenti le tracce del passato nella struttura urbana, il suo toponimo ricorda che fu uno dei castelli alle dipendenze di Todi. Da visitare la “Chiesa di San Bartolomeo”, secolo XI-XII, riaperta recentemente al culto dopo una radicale opera di restauro. Restaurata nel 1677, il tempio presenta vari rimaneggiamenti come nel caso del portale e della finestra posta al di sopra di questa.

Nel locale sacrestia, nel lato nord della Chiesa, è custodito un pregevole crocefisso ligneo. Nella parete di fondo, inserito nell'antica cinta muraria del castello, si trova un affresco della crocifissione della seconda metà del '500, sovrapposto ad altri d’epoca precedente. Nella parete opposta spicca il quadro di San Bartolomeo Apostolo, che fu commissionato da Don Giuseppe Taddei nel 1747. La tela raffigura lo sposalizio della Vergine. Nella parte inferiore del dipinto sono rappresentati San Bartolomeo e a un Santo Vescovo forse, San Biagio.

Collesecco

In origine si chiamava Spogliano. Poi nel 1800, prese il nome di Belfiore, per cambiarlo definitivamente, in Collesecco.

L’antico borgo, il cui insediamento potrebbe addirittura risalire all’assegnazione di terre da parte di Ottaviano Augusto ai veterani delle disciolte legioni è stato così ribattezzato a causa delle scarsità d’acqua e della povertà di vegetazioni di un tempo.

Il paese gode di un paesaggio di rara bellezza e suggestione, posto com’è su di una collina, che per secoli, ha conservato grande importanza strategico-militare.

Farnetta

Le prime notizie che si hanno sulla frazione di Farnetta risalgono alla sua appartenenza alle cosiddette Terre Arnolfe fino agli inizi del XII secolo, quando entrò nell’orbita del Contado di Todi per essere, poi, inglobata nel Plebato di Santa Vittorina di Dunarobba.

Il borgo prenderebbe il proprio nome dalla “quecus frainetto”: un tipo di farnia che merita considerazione perché splendida qualità di quercia, un genere di pianta piuttosto raro.